Dubrovnik

La storia moderna e contemporanea della Repubblica Croata è particolarmente ricca di avvenimenti, non solo per le numerose battaglie contro il dominio austro-ungarico e napoleonico, ma soprattutto, in epoca recente, per l’acquisto dell’indipendenza dalla federazione jugoslava.
Intorno al XVI secolo il territorio croato subiva l’invasione da parte della Repubblica Marinara di Venezia che vi rimase insediata per più di due secoli.

Solamente nel 1699 la Repubblica di Ragusa poté definirsi indipendente, riuscendo a pagare alcuni tributi ai turchi e delimitando i territori rispetto quelli del regno italiano e quello di Istanbul.
Sempre nello stesso periodo, la Croazia Pannonica aveva da sistemare altrettanti complicati affari tentando in tutti i modi l’indipendenza dal Regno d’Ungheria. Nonostante le innumerevoli crisi interne l’Ungheria riuscì ugualmente a tenere sotto le proprie direttive la zona croata e in più, nel sempre nel 1699 i turchi dovettero cedervi molti altri territori, tra cui tutta la Croazia-Slavonia.

Durante il periodo napoleonico, la Dalmazia apparteneva quasi esclusivamente alla Repubblica di Venezia; una volta smembrata ad opera dell’imperatore francese, Venezia dovette cedere i suoi territori dalmati all’Austria con il Trattato di Campoformio avvenuto nel 1797.  Successivamente, sempre a causa degli scontri austriaci con Napoleone la Dalmazia passa alla Francia con il Trattato di Presburgo e Napoleone ribattezzò i territori con il nome di Province Illiriche.
Con il Congresso di Vienna, nel 1815, tutti i territori conquistati da Napoleone, vennero suddivisi presso le grandi nazioni europee: i territori croati dunque vennero restituiti all’Austria e rimasero connessi ad essa fino al 1918.

In tal periodo dopo la sconfitta nella I Guerra Mondiale, l’impero austro-ungarico, venne smembrato e nacque quindi il Regno dei Serbi, quello dei Croati e quello degli Sloveni. Dopo scontri interni e scandali politici nel 1931 venne sancita la Costituzione del Regno di Jugoslavia che univa a sé i tre regni esistenti.
Alle prime luci della II Guerra Mondiale era stata già permessa una più ampia autonomia ai Croati all’interno della federazione tanto che nel 1941 nasce lo Stato Indipendente di Croazia in forma di monarchia. A salire al trono fu Aimone di Savoia che però non si recò mai in Croazia per prenderne pieno possesso.

Alla fine della guerra la Repubblica di Croazia, così come si delineò nel corso degli anni entrò a far parte della più recente Repubblica Popolare Federativa di Jugoslavia (dal 1963 Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia) che vedeva oltretutto annesse anche la Repubblica Socialista di Slovenia, la Repubblica Socialista di Bosnia-Erzegovina, la Repubblica Socialista di Serbia, la Repubblica Socialista di Montenegro e la Repubblica Socialista di Macedonia (insieme a due province a statuto speciale: quali Vojyodina e Kosovo).
Alla fine degli anni 80 la Repubblica Federale attraversò un periodo di grossa crisi economica e politica il che fece degenerare i rapporti tra lo stato federale e i singoli paesi accentuando ovviamente ideali nazionalistici, soprattutto nell’animo croato.

Nel 1990 si tennero perciò le prime elezioni libere in Croazia e lo stato fu guidato da Tudman il quale prevedeva l’ottenimento di una maggiore autonomia per la sua repubblica in netto contrasto con la politica ufficiale di Belgrado e dell’etnia serba.  Con la nuova costituzione che nominò lo stato come Stato dei Croati, si instaurò un clima di tensione a causa del malcontento dei Serbi che vivevano in Croazia. Dopo la dichiarazione d’indipendenza del 1991, iniziò l’offensiva da parte dell’esercito jugoslavo e molte città croate vengono attaccate come ad esempio Vukovar e Dubrovnik, nell’ottobre dello stesso anno il parlamento rifiuta qualsiasi legame con la Jugoslavia. Tutta la popolazione serba residente in Croazia, verrà costretta al trasferimento, atto che assumerà il nome di Pulizia Etnica. Successivamente furono respinte anche molti “cessate il fuoco”  promossi dalle Nazioni Unite. Solo nel 1995, precisamente il 21 novembre avverrà la firma degli Accordi di Dayton da parte del presidente bosniaco, insieme a quelli di Croazia e Serbia, la quale sancisse definitivamente la pace nel territorio della ex-jugoslavia.

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